A COLLOQUIO CON L’ARTISTA
di GEMMA MARCHEGIANI
La Mente del Padre ha seminato Simboli per l’Universo …”; “… Non c’è nulla di occulto che non sarà rivelato…. “; “… La Verità non è venuta nuda nel mondo, ma è velata in simboli e immagini …”. In queste antichissime parole abita forse l’essenziale dell’Arte il cui ruolo più alto è quello di ricordare, evocare il Nome segreto di tutte le cose, farle rivivere nella loro purezza salvandole dall’oblio e dalla decadenza epocale… L’arte non deve dimenticare il suo dovere e il suo potere: giustizia nella Parola e nell’Immagine… Bisogna lasciare segni del cammino storico che noi siamo… dissolvere il velo del tempo per cogliere l’istante dell’Eternità secondo la misura che ci è concessa e farne una traccia…
La chiave di lettura delle opere di Vito Lolli non è letteraria ma mentale. Se si sceglie di avere questo tipo di approccio con i suoi quadri ci si rende conto di essere davanti a dei teatri della mente e dell’anima, dove gli oggetti (protagonisti!) sono carichi di significati simbolici, con continui richiami al mondo del superconscio, al “mondo parallelo”.
Non è certo la vuota esibizione di una tecnica e/o di giochi visivi fini a se stessi, ma è una dimensione emotiva nella quale ognuno è invitato a viaggiare: viaggio attraverso le sue “visioni” che il disegno precisa e che sembrano emergere da quella zona profonda dell’essere in cui natura e psiche sono ancora indistinte; viaggio attraverso quei simboli “… seminati nell’Universo dalla Mente del Padre…” che Lolli raccoglie creando quasi sempre immagini di forte suggestione.
L’artista, secondo Lolli, è chiamato ad ascoltare: “… artisti non ci si inventa… si deve saper ascoltare per riferire ciò che si è ascoltato… solo l’immagine può testimoniare un Nome di Bellezza che è silenzioso … “: Vito Lolli ci invita ad ascoltare, con il silenzio completo nella mente e nel cuore, il Silenzio Assoluto dell’Essere ove la Parola Segreta vive il suo Tempo tessendo il nostro.
Il linguaggio pittorico utilizzato è certamente figurativo, ma si pone fuori dal naturalismo e vive di spazi interiori. Il quadro si costruisce poco a poco su se stesso e sull’attenzione dell’artista alle equivalenze di certe forme tra loro, alle analogie ai richiami e al valore semantico della forma.
Siamo di fronte ad elementi ricorrenti: soggetti vestiti di luce, uccelli, basamenti di pietra animisticamente vitali, corde, rose, figure coperte, trasparenze, elementi isolati dai propri contesti naturali in una sorta di magica sospensione, il tutto frutto di un lavoro che potrebbe apparire rappresentazione di singolarità, ma che in effetti è un puzzle che nel tempo acquisterà la sua fisionomia.
Di fronte a questi dipinti si percepisce la completa assurdità del limite della tela; le rappresentazioni invadono lo spazio circostante con il colore che esce dai tubetti e che è dotato di vita autonoma. Il colore è cosa fondamentale in Lolli; l’attenzione che l’artista vi riserva è totalizzante: ” …L’Iride è il Verbo originario, struttura archetipica della Luce, Una, Binaria e Trina…” L’Iride è la Luce in se; ciò che essa ci rivela sul piano del visibile è la Luce in senso morale e spirituale.