IL POETA DELLA SERA
La potente quiete del tramonto
accende i colori che animano il mondo
danzando come calde voci di gioia e di dolore,
Tra lampi abbaglianti di vibranti angeli
corrono memorie antiche
potenti eco di luce obliata da risa stridule
folle ebbrezza di guerrieri vittoriosi,
Chiuso in sé
il poeta tace il grido
il vortice che nel male immobile
vuole luce e vuole evento.
Un clamore nella polvere:
nulla più può udire,
rosso nell’ occhio,
il profondo cuore del poeta della sera,
Allora, raccolto
chiude lo sguardo nell’ultimo sole
e nella carezza d’un sospiro del ciclo
respira l’addio del mondo;
pochi battiti d’ali nel vento tranquillo.
Orme incerte d’età
si confondono nel soffio costante
che vuole ogni sole al declino:
solo le orme restano
a chi conosce nella luce
e dialoga con le ombre;
solo le orme restano
a chi ha paura della notte
ed e ignaro delle stelle;
solo le orme restano
per la memoria dell’aurora
e il cammino verso casa.
Ma una luna fredda non rende chiara la via
che il vento del tramonto confonde;
ogni segno sulla terra si fa traccia
e ogni viandante è vagabondo
errante senza meta,
Nella notte non c’è un poeta;
il canto si disperde nelle sabbie del tempo
e solo un’eco nell’aria volteggia passiva.
Dove gli uomini non arrivano
soffia il vento della verità.
Sulla spiaggia del tempo
il silenzio di pietre antiche
confonde le tracce dei sogni
che il mare disegna una sull’altra;
memorie d’ogni onda
s’intrecciano e si occultano secondo necessità
lasciando allo sguardo
il segno del più girando ardimento.
Nella trama dei sogni
vanno gli uomini tessendo storie
tra la potente quiete del mare
e la dolorosa attesa della terra.
Tra il nascere e il morire,
nel rischio dell’assurdo,
la speranza di un segno;
tra il morire e il nascere,
nel grembo del nulla,
il mistero dell’eternità
dove gli uomini non arrivano
e soffia il vento della verità.